In Italia, il cammino dei giovani verso il mondo del lavoro sta diventando sempre più tardivo, una tendenza particolarmente marcata nel settore delle professioni contabili, secondo quanto riportato nel recente Rapporto Confprofessioni. La propensione dei giovani a intraprendere carriere autonomamente, come liberi professionisti, è in calo: la percentuale di laureati di secondo livello che scelgono questa via entro cinque anni dal conseguimento del titolo è scesa dal 22,2% nel 2018 al 18% nel 2022.
Focalizzandosi sui commercialisti, il Rapporto annuale 2023 della Fondazione Nazionale dei Commercialisti ha evidenziato una riduzione degli iscritti al Registro dei tirocinanti, con un calo del 8,4% nel 2022. La distribuzione di genere tra gli iscritti ha mostrato un leggero calo nella componente femminile, che è ora al 33,7%. Inoltre, solo il 17,1% degli iscritti ha meno di 40 anni, una diminuzione rispetto all'anno precedente.
Per quanto riguarda i consulenti del lavoro, un rapporto del loro Ufficio Studi mostra una riduzione della quota di consulenti sotto i 40 anni, scendendo dal 18,9% al 14,8% tra il 2019 e il 2023. Tuttavia, c'è stato un incremento nella fascia sotto i 30 anni, un segno positivo del miglioramento dei legami tra università e professione. Inoltre, si sta verificando una femminilizzazione della professione, con una maggioranza di donne tra i neoiscritti, specialmente sotto i 30 anni.
I giovani preferiscono sempre più il lavoro dipendente rispetto all'autonomo, a causa di una combinazione di fattori tra cui una legislazione sociale che trascura l'occupazione indipendente e una crisi reddituale tra i professionisti contabili, in particolare nel Sud Italia. Per contrastare questa tendenza, è essenziale implementare politiche di incentivazione all'aggregazione professionale, che promuovano la formazione di studi più grandi e competitivi, attrattivi per le nuove generazioni.
Fonte: Huffington Post.